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Gli alunni dell’Istituto Superiore Secusio hanno partecipato all’iniziativa intitolata “Non siamo ombre: storie, riflessioni, memorie” che si è tenuta giovedì 27 ottobre, dalle 9,30, nel salone dell’Istituto “Maria Ausiliatrice”. Guidati dai loro docenti, gli studenti hanno presentato le loro riflessioni scaturite dalla lettura dei libri che sono stati loro donati.

È intervenuta l’assessore al Welfare Patrizia Alario. Al termine della condivisione delle riflessioni, è stato presentato uno spettacolo delle ombre, dal titolo “Il mosaico dell’accoglienza”, a cura di alcuni ospiti delle strutture di accoglienza, guidati dagli esperti Ketty Galesi e Filippo Pizzo dell’associazione “All Season Animation”, per ribadire l’identità di ciascuno, l’importanza di non essere considerati dei numeri, di uscire dall’invisibilità e dall’ombra nella quale spesso la società tende a relegarli. Spazio pure per la mostra fotografica “Senegal, vivere l’Africa”, di Andrea Annaloro, il quale è intevenuto per raccontare l’esperienza da lui vissuta recentemente in Senegal, facendo così vivere, attraverso i suoi scatti, tante emozioni.

Giovedì 27 ottobre si celebra la “Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza” che, istituita dalla legge 45/2016, ha lo scopo di commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, costituendo uno stimolo per rinnovare la memoria, la riflessione e l’impegno volti a mettere fine alle morti in mare, garantire ai sopravvissuti servizi di supporto psico-sociale adeguati e diffondere la cultura dell’accoglienza. Una data simbolica, che ricorda il giorno in cui, nel 2013, 368 persone tra bambini, donne e uomini persero la vita in un naufragio al largo di Lampedusa, nel tentativo di sfuggire a guerre e violenze, attraversando il Mediterraneo stipati in barconi precari. Una delle vittime, la numero 357, su richiesta del Consiglio comunale, fu trasportata a Caltagirone e tumulata nel cimitero calatino.

In occasione della Giornata, il Comune di Caltagirone, ente titolare dei progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) minori stranieri non accompagnati e adulti e gli enti gestori delle comunità di accoglienza Sai di Caltagirone, in collaborazione con l’associazione Astra, organizzano una serie di iniziative, nella convinzione che l’azione di sensibilizzazione e la conoscenza sui temi inerenti le migrazioni siano un primo passo per promuovere i valori della vita, dell’inclusione sociale, del rispetto e della valorizzazione delle differenze e della buona accoglienza.

Per questa occasione le comunità di accoglienza, oltre che organizzare l’ormai consueto momento di preghiera al cimitero (lo scorso 3 ottobre), hanno donato copie di libri che narrano storie di migrazioni ad alcune classi degli istituti superiori della città, allo scopo di favorire la riflessione personale e di gruppo e lo sviluppo di un pensiero critico su temi così delicati.

Di seguito i lavori realizzati dai nostri studenti:

 

CLASSE 4^B

Testo: Sekù non ha paura di Paolo Di Stefano

 

“L’essenza del partire, del lasciare il luogo in cui ci si sente a casa e attraversare mille vicissitudini, e poi, la nostalgia del ritorno, l’amarezza negli occhi stranieri che contengono molte lacrime custodite come lontani ricordi, ma dai quali escono solo tristi risate. È la storia di Sekù, un giovane guerriero che non si abbatte, che non ha paura, che non si piega alla vita e che già giovanissimo si ritrova a fuggire via dalla sua stessa famiglia Africana, fonte ambivalente di salvezza e distruzione. Il suo viaggio è narrato  in prima persona, utilizzando un italiano semplice e corrispondente a quello di un giovane che sta iniziando a perfezionare la sua lingua dopo anni in uno stato straniero. Viene raccontato il suo tragitto attraverso il deserto, stipato in camion con molte altre persone. Tutti soffrono, nessuno osa lamentarsi e già così il lettore occidentale ha la possibilità di constatare quanto le sue lamentele giornaliere risultino effettivamente di scarsa rilevanza, e quanto i suoi sedicenti drammi passino in secondo piano, lasciandosi andare alla scorrevolezza di una lettura cruda e attuale” (Elisa Calandra).

 “Sekù verrà a contatto col razzismo dei suoi stessi connazionali e conoscerà sia la fortuna che il caso avverso nel medesimo tragitto. Poi, il viaggio sui barconi; prima ancora La Libia, l’incertezza della vita dinnanzi alla propria fragilità. Partire o morire? Un dilemma a cui solo il tempo riesce a dar risposta e che sovente ruba il respiro a troppe anime, non curandosi né del sesso, né dell’età, né della religione o dei sogni. Sekù non è solo, insieme a lui c’è sempre Usman, suo caro amico di viaggio con cui condivide disperate risate, che a poco a poco vengono meno, portandosi via quella lieve ancora di salvezza che rappresentavano” (Dasia Internullo).

“In Italia Sekù rimarrà sorpreso dalla velocità di un mondo che non riesce a capire, ma di cui saprà per certo che sta perdendo la bellezza del momento e attraverso l’incontro con numerosi personaggi positivi, come il filosofo-giraffa fuggito dal Senegal o negativi, come gli sfruttatori dei campi agricoli, comprenderà una miriade di informazioni nuove,  ma non dimenticherà mai quanto sia intensa la nostalgia di casa e quanto sia essenziale ciò che ha imparato: se una persona ti schiaccia il piede, tu, non glielo devo schiacciare a tua volta, ma devi spostare semplicemente il tuo. L’amore, il rispetto, l’educazione, sono gli unici valori che potranno salvare veramente una nazione. È un romanzo dalla facile comprensione, e tuttavia complesso, perché interroga la cattiva coscienza e smaschera la falsità del mondo occidentale” (Giacomo Palazzo).

 “Nonostante l’immigrazione sia uno dei temi più dibattuti degli ultimi decenni, vi è una forte ignoranza riguardo a ciò che sono costretti a subire e affrontare migliaia di uomini, donne e bambini come Sekù. Quest’ignoranza è in parte dettata dal razzismo radicato in noi, in parte è causata dalla convinzione di una supremazia culturale e sociale dell’Occidente. Come il filosofo-giraffa Tagut insegna, però, questo stesso Occidente è stato, e continua ad essere, causa dell’attuale e instabile situazione in cui versa l’Africa. “Il mondo deve cambiare il mondo, tutto il mondo, non è solo l’Africa che deve cambiare l’Africa”. Attraverso le situazioni narrate dal giovane guerriero Sekù si riesce ad attraversare questo calvario con un ottimismo sempre presente, accompagnando ogni difficile situazione con una risata” (Emma Famularo).

“Ciò è reso possibile dal legame con Usman, che diventa l’unica famiglia del giovane ragazzo. Sekù, interfacciandosi con il razzismo degli italiani, si interrogava su come potessero disprezzarlo, pur non conoscendo il suo vissuto, i motivi che lo avevano spinto a compiere una scelta così disperata e rischiosa e le varie sfide attraverso cui era giunto in Europa. Egli viene disprezzato da coloro che, generazioni prima, avevano dovuto affrontare la medesima situazione. Il più grande sogno che accomuna tutti gli africani è quello di poter tornare a casa, nel luogo in cui si possono sentire finalmente davvero vivi. La storia di Seku deve servire da esempio per noi ragazzi che siamo abituati a vivere nel lusso e continuiamo a trovare motivi per non essere felici. Questo libro ci mette davanti ad una realtà che non potremmo mai immaginare: Seku intraprenderà un viaggio di cui non sa nulla” (Edoardo Buscetta).

“Lascerà gli amici, la famiglia, la scuola, la squadra di calcio, la terra in cui è cresciuto, per paura di uno zio che lo minaccia di morte. Lascerà tutto e partirà con solo un pacco di biscotti. Affronterà un viaggio di settimane con perfetti sconosciuti che sono nella sua stessa situazione e vivrà nel completo terrore di morire da un momento all’altro. Eppure continuerà a sorridere: sorriderà sempre, anche quando non ci saranno motivi per farlo e sarà sempre educato, come gli ha sempre raccomandato la madre. Quante volte ci è capitato di avere tutto e non sentirci mai appagati. Quante giornate passiamo a lamentarci per stupidaggini e ci disperiamo per nulla. La storia di Seku non è una semplice storia, che ci deve scorrere davanti come tante, ma deve rimanere impressa nella nostra mente e nel cuore. Perché dobbiamo ricordate che Seku non ha scelto il luogo dove è nato e noi siamo solo stati più fortunati” (Chiara Salerno).

* * *

 

Classe 3^AA

Testo: Salvezza di Marzo Rizzo, Lelio Bonaccorso

 

 

LOLA

Corpo di donna,

corpo di madre,

corpo senz’anima tu rimarrai.

Rigida e fredda,

forse hai la pace

dove ora sei e sempre starai.

Passerà il tempo:

la luna e il sole

su te veglieranno i giorno e la notte,

e su quel bimbo,

non figlio d’amore,

ma di violenza, di fame di lotte.

Morta salisti,

morta arrivasti,

nessuno piange il tuo corpo: ancora

un’altra strage

in quei mari vasti,

proprio la tua, oh povera Lola

E mentre il mondo

gira e va avanti

e non conoscerà mai la tua storia,

la tua impronta

sopra quei campi

rimarrà sempre nella mia memoria.

Come un’ombra

mi seguirai,

ma in realtà un’ombra non sei.

Ti prego Lola

non dire mai:

“nessuno vede i dolori miei”.

Oh cara Lola,

ti prego ascolta

queste parole che dedico a te:

oh cara Lola,

triste e sepolta,

il tempo va solo avanti, ahimè.

 

 * * *

CLASSE 3^AL

 

Testo: Lacrime di sale di Pietro Bartolo e Lidia Tilotta

 

Di recente, grazie ai libri che avete donato alla nostra Scuola, noi ragazzi della 3^AL abbiamo avuto l’opportunità di leggere "Lacrime di sale" che raccoglie storie e testimonianze vere, provenienti dall’esperienza di Pietro Bartolo, medico di Lampedusa. Il fenomeno trattato, ovvero quello dell'immigrazione, è particolarmente attuale e molto diffuso nella nostra splendida regione, la Sicilia. Sfogliare questo libro ci ha toccato il cuore e la mente, tanto che non abbiamo potuto fare a meno di esprimere le nostre emozioni e riflessioni … Per esempio, ci siamo chiesti:

Come può un uomo trattare un suo simile con tanta cattiveria?

Come può un uomo permettere che tante persone soffrano o, addirittura muoiano, soltanto perché provano a cercare condizioni di vita migliori?

Come può un uomo non tendere la mano a quei tanti uomini, donne, bambini, prima che diventino solo corpi da recuperare?

Come può un uomo non capire che la nostalgia della propria famiglia, della propria terra, ci rende tutti uguali?

Molti di noi credono che, spesso, la causa dei conflitti tra gli uomini sia la religione e invece no! Gli autori del libro ci hanno mostrato che né la religione né il Dio in cui si crede sono la causa dei conflitti, ma l’essere umano è l’unico responsabile! Come si spiegherebbe, altrimenti, che, tante volte, sono proprio le Chiese a soccorrere la gente che arriva sulle nostre coste, al contrario di certi uomini che commetterebbero anche le azioni più atroci solo per guadagnare qualche spicciolo?

Ci sono venuti i brividi leggendo e scoprendo le oscenità che certi individui fanno patire ai bambini destinati ai barconi: li vendono agli sconosciuti, prelevano alcuni organi dai loro corpi, ad esempio i reni, per poi rivenderli; oppure li rinchiudono in una cella costringendoli addirittura a ingoiare delle lamette e tutto questo solo per avere sempre più denaro, promettendo alle loro vittime di farli fuggire dal Paese natale per trovare rifugio in Italia.

È davvero difficile esprimere le forti emozioni che abbiamo provato leggendo di uomini, donne e bambini che lottano, spesso invano, per la vita strappata loro ingiustamente e violentemente; leggendo di padri, madri, fratelli o sorelle che soffrono in silenzio poiché sanno di non poter fare nulla per salvare i loro cari; leggendo di ragazzi così simili a noi e che pure non hanno potuto assaporare a pieno la spensieratezza tipica della nostra età.

Cosa che ci ha turbato, che riteniamo gravissima e su cui non abbiamo potuto fare a meno di riflettere è che spesso, purtroppo, qui in Italia gli uomini, le donne, i ragazzi e i bambini che arrivano sui barconi sono costretti a subire i commenti razzisti di molti di noi Italiani; ma, chi fa simili commenti sa l'inferno che queste persone hanno dovuto affrontare per raggiungere l’Italia?

Prima di parlare, pensiamo! perché, se solo pensassimo che ognuno di noi ha una storia alle spalle e che siamo tutti fatti della stessa materia, diventerebbe naturale rispettarci e aiutarci reciprocamente.

Ricordiamoci che dell’indifferenza verso la sofferenza altrui, siamo e saremo sempre TUTTI colpevoli e ancora più responsabili siamo e saremo della noncuranza verso coloro che vengono considerati non persone, ma problemi o, peggio, ombre, e tutto solo a causa del colore della pelle, del Paese di provenienza, di condizioni di vita sfortunate, …

Le persone non possono e non devono essere considerate problemi, nessuna persona è un’ombra!

È mai possibile che dopo anni e secoli di migrazioni l’essere umano non sia ancora capace di includere, ma solo di escludere?

Ci rende davvero tristi dover ammettere che il vero ostacolo alla realizzazione di un mondo di pace e gioia è la crudeltà dell’uomo, crudeltà che, spesso, arriva da chi meno te lo aspetti, come scrive Pietro Bartòlo. Eppure, la tremenda storia di Anuar, un bimbo di soli 10 anni, che ha perso la propria famiglia nel viaggio della speranza, ma non ha perduto fiducia in sé stesso, non ha smesso di sognare, e la tragica fine di coloro che si sono sacrificati perché hanno ceduto il proprio posto sul barcone a dei bambini perché avessero un futuro, ci insegna che l’essere umano non è solo un mostro! Perciò, vogliamo concludere il nostro intervento ringraziandovi per averci invitato qui oggi e ci teniamo a dedicare a tutti noi due brevi poesie con l’auspicio che aiutino a NON DIMENTICARE affinché UNITI creiamo un mondo migliore: la prima poesia, dal titolo Occhi arrossati dal sale, è stata scritta dalla nostra compagna Sara ed è ispirata ai capitoli “Il profumo di casa”, “Donne in cammino” e ”3 ottobre 2013”, tratti dal libro “Lacrime di sale”, tre capitoli che, attraverso la voce del medico Pietro Bartòlo, raccontano storie di speranza finite, purtroppo, nel dramma del più tragico naufragio di Lampedusa; la seconda poesia, dal titolo La generosità delle onde, è stata composta, invece, dalla nostra compagna Miriam ed è dedicata a quei migranti che non ce l’hanno fatta , ma anche alla speranza in un domani migliore per tutti. 

 

OCCHI ARROSSATI DAL SALE 

Un uomo, un medico, forse molto di più 

narra storie,

storie, storie, storie … o forse no  

Favole non sono

esperienze, lezioni, fatti irrevocabili 

 

Di un gatto dal profumo peculiare, della sua padrona,

del profumo del loro focolare, il profumo di casa

racconta

 

Una donna e una bambina

una testa mozzata ed il cuore a metà,

una verità velata dietro la richiesta di una ragazzina

una donna e una bambina

due donne in viaggio

due donne…donne in cammino

 

Di pace non se ne parla

un giorno basta a cambiare le vite delle persone:

vita, anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti, secondi

tutto si annulla nello scuotere di un capo

 

368 corpi

368 corpi in sacchi verdi

 

 

LA GENEROSITÀ DELLE ONDE

Quando ti prendono

e ti portano al largo,

alla riva, le onde del mare

profumano di uomo.

Di qualcuno che è stato

e continua ad essere, ora

come per sempre.

E non c'è cosa più bella

di essere riportati dove si è nati,

perché è lì che sentiamo l'essenza della

vita.

Assaporiamo le ingiustizie

e colmiamo la terra di valori

Valori che appartengono al "noi" del domani.

 

* * *

 

CLASSE 3^BL

Testo: Il mare nasconde le stelle di Francesco Barra

 

Visualizza il video realizzato dagli alunni

 

 

IL MARE NASCONDE LE STELLE

Mamma,

da giorni la brezza del mare reca tutt’altro che tranquillità,

da giorni tutto ciò che sento è il chiasso frustrante della quotidianità.

Sono solo.

Sono confuso.

Ho paura.

Attendo i festeggiamenti del mio 15º compleanno

e aspetto che il vento si sbarazzi delle mie preoccupazioni,

dei miei demoni affamati

che ogni giorno portano via un pezzo sempre più grande di me.

La mia mente è un’altalena che cade a pezzi…

vorrei scendere ma qualcuno continua a spingermi.

Tengo duro puntando un obiettivo

ma cosa c’è dopo il traguardo?

Mi mancano gli abbracci,

Mi mancano le attenzioni,

Mi mancano le prese in giro di chi,

seppur eguale a me,

è convinto di saperne di più;

mi mancano i tuoi “tutto bene” anche quando di bene il non ci vedo nulla…

e guardo le stelle,

eccome se le guardo.

Ammiro la loro capacità di splendere sopra tutto il resto,

sopra tutto il buio che avvolge e stritola la nostra realtà.

Ammiro la luce di chi se n’è andato troppo presto

e il divampare di chi cerca di dirmi qualcosa.

Ammiro quello spazio vuoto di cielo in cui stelle non ce ne sono,

e prego anche oggi di non essere io la stella che lo riempirà.

Si avvicina una tempesta…

il mare è mosso..

traballo…

alzo la testa al cielo ed esprimo un desiderio:

immagino le candeline della torta che potrei non spegnere,

la tipica canzone di compleanno che non ho mai avuto il tempo di imparare

e ti chiedo di festeggiare i miei 15 anni per me;

perché sono in cima a un castello costruito interamente di carte… e tira un gran vento.

(Marika Italiano)

* * *

Classe 3^DL

Testo: Lacrime di sale di Pietro Bartolo e Lidia Tilotta

Oggi più che mai bisogna rivendicare il valore di ogni singola vita umana. Solo nel 2021 più di 3000 migranti sono morti o scomparsi mentre cercavano di raggiungere l’Europa, secondo stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Numeri preoccupanti che denunciano una tragica realtà nei confronti della quale non sempre vengono attuate misure adeguate da parte dei diversi stati. Dopo queste lunghe e pericolosissime traversate, non sempre coloro che riescono a superare le numerose difficoltà del viaggio riescono ad ambientarsi facilmente nei paesi ospitanti, spesso a causa della mancanza di politiche adeguate per valorizzare le abilità dei nuovi arrivati. Inoltre non sempre le differenze culturali vengono ben comprese e ciò rende ancora più arduo il fondamentale processo di integrazione e inclusione sociale; a noi semplici cittadini viene chiesta solamente una cosa: quella di essere umani. Un grande esempio di umanità è rappresentato dall’ex sindaco di Lampedusa Pietro Bartolo, che, in qualità di medico, ha speso tutto sé stesso per assistere e fornire le prime cure ai migranti che, dal 1992 al 2019, sono giunti sull’isola in seguito a estenuanti traversate, anche quando, sebbene colpito da un’ischemia cerebrale, soccorse strenuamente i sopravvissuti del Naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Il nostro augurio è che l’esempio del dott. Bartolo, di cui si parla nel libro "Lacrime di Sale", possa essere da sprone per un atteggiamento sempre più rivolto all'accoglienza e all’integrazione.

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